Germania dopo il voto: l’ascesa dell’AfD e l’incertezza per l’industria automobilistica

Autore: Cibotari Andrei

25 Febbraio 2025

Introduzione

Il recente successo elettorale di Alternative für Deutschland (AfD) nelle elezioni federali tedesche del 23 febbraio 2025 ha acceso un intenso dibattito sul futuro dell’industria automobilistica in Germania e, per estensione, sulle ricadute che questa potrebbe avere sulla filiera italiana. Con il 20,8% delle preferenze, l’AfD si è posizionata come seconda forza politica nel Bundestag, alle spalle della CDU/CSU di Friedrich Merz (28,5%). L’eco di questi risultati sta già scuotendo i mercati e le prospettive industriali, in un momento cruciale per il settore automotive, messo in difficoltà dalla transizione verso l’elettromobilità, dai costi energetici crescenti e dalla forte concorrenza estera (soprattutto cinese).

La crisi dell’industria automobilistica tedesca

L’industria automobilistica è da sempre la spina dorsale dell’economia tedesca, generando occupazione e innovazione. Tuttavia, negli ultimi anni ha affrontato sfide complesse:

1. Aumento dei costi energetici: Gli alti prezzi dell’energia in Germania hanno ridotto la competitività delle grandi aziende, costringendole a rivedere i propri piani produttivi.

2. Concorrenza internazionale: I produttori cinesi continuano a guadagnare quote di mercato, specialmente nel comparto elettrico e in quello dei sistemi di guida autonomi.

3. Transizione verso l’elettromobilità: L’obiettivo di una graduale dismissione dei motori a combustione entro il 2035 richiede massicci investimenti in ricerca e sviluppo. Questo passaggio sta mettendo sotto pressione aziende storiche come Volkswagen, che ha annunciato la chiusura di tre stabilimenti e il licenziamento di 10.000 lavoratori a causa delle vendite in calo e dell’inerzia con cui sta affrontando la rivoluzione elettrica.

La crisi non tocca solo la produzione di veicoli finiti, ma anche l’intera catena di fornitura, che in Germania è capillare. Fornitori di componenti, di servizi logistici e di tecnologie collegate si trovano a fare i conti con la riduzione delle commesse.

La rilevanza per l’Italia

Non è solo un problema interno alla Germania. L’Italia, infatti, esporta componenti automobilistici verso il mercato tedesco per un valore stimato di 5,2 miliardi di euro (dati 2024), pari al 20,5% delle nostre esportazioni nel settore. Questo significa che, con le chiusure degli stabilimenti e la frenata della domanda di nuove vetture, anche le aziende italiane rischiano un impatto economico importante.

Le imprese che si occupano di componentistica, carrozzeria e accessori – come molte realtà del nostro territorio – devono pertanto monitorare attentamente gli sviluppi del mercato tedesco. Un’ulteriore contrazione potrebbe tradursi in una diminuzione degli ordini, con effetto domino sui livelli occupazionali e sulla stabilità dell’intero comparto.

La posizione dell’AfD su politiche climatiche e industriali

Con il suo 20,8% di voti, l’AfD ha fatto leva sul crescente malcontento di parte dell’elettorato tedesco, contrario alle politiche climatiche ritenute “eccessivamente aggressive”. In particolare:

• Critica al divieto di motori termici entro il 2035: Secondo l’AfD, l’eliminazione rapida dei motori a combustione potrebbe generare perdite di posti di lavoro su larga scala, rendendo la transizione “non sostenibile” dal punto di vista economico.

• Difesa di una strategia più graduale: L’AfD sostiene la necessità di mantenere la produzione di veicoli tradizionali (motori diesel e benzina) per un periodo più lungo, allo scopo di preservare competenze e capacità produttive storiche.

Nonostante la forza acquisita alle urne, l’AfD rimane tuttavia lontana dalla maggioranza; la CDU/CSU di Merz, con il 28,5%, guiderà probabilmente la formazione del governo, escludendo a priori un’alleanza con il partito populista di destra. Questa condizione rende plausibile che le linee di politica economica e ambientale non subiscano un cambiamento radicale e immediato. Tuttavia, la crescita dell’AfD potrebbe spingere i partiti moderati a rivedere o rallentare alcune misure “green” per prevenire una fuga di consensi verso posizioni più conservatrici.

Scenari futuri: tra incognite e strategie di adattamento

1. Rallentamento della transizione elettrica

Se il governo dovesse attenuare il ritmo della transizione, potremmo assistere a una fase di “transizione ibrida”, in cui i motori tradizionali convivono più a lungo con le nuove tecnologie. Ciò darebbe un po’ di respiro ai produttori, ma potrebbe rallentare l’innovazione sul fronte delle batterie e dell’e-mobility.

2. Effetto domino sulle aziende italiane

Una contrazione o un rallentamento del mercato tedesco si tradurrebbe in un calo degli ordinativi per i fornitori italiani. Le imprese nostrane dovranno, in quest’ottica, valutare strategie di diversificazione geografica e tecnologica, per non dipendere in modo eccessivo da un solo mercato.

3. Possibili incentivi nazionali e accordi bilaterali

L’Italia potrebbe proporre agevolazioni e piani di sostegno per le aziende che investono in innovazione e riduzione delle emissioni, rafforzando parallelamente gli accordi commerciali con altri paesi UE (e non UE) per affievolire la dipendenza dal mercato tedesco.

Implicazioni per la Carrozzeria e l’Aftermarket

Anche le realtà della riparazione, carrozzeria e manutenzione veicoli – come la nostra Carrozzeria Diamante – si trovano di fronte a possibili cambiamenti. Se da un lato la riduzione delle vendite di auto nuove potrebbe mantenere più a lungo in circolazione i veicoli esistenti, dall’altro la rapida obsolescenza tecnologica e i nuovi materiali (per i veicoli elettrici e ibridi) richiedono investimenti in formazione, attrezzature specialistiche e partnership strategiche.

Per chi opera nel mondo dell’aftermarket, della riparazione e delle personalizzazioni, l’adattabilità sarà un fattore chiave. Offrire servizi di alto livello su auto elettriche, ibride e a motore tradizionale garantirà la capacità di cogliere opportunità in un mercato che sarà sempre più frammentato.

Conclusione

La Germania sta attraversando una fase delicata, in cui la storica centralità dell’industria automobilistica è messa alla prova da fattori economici, tecnologici e politici. La forte ascesa dell’AfD, pur non garantendo al partito un ruolo di governo, potrebbe incidere sulle scelte future di Berlino, influenzando la velocità della transizione verso veicoli a basso impatto ambientale.

Per l’Italia, e in particolare per le aziende che forniscono componenti al mercato tedesco, la posta in gioco è alta. Un rallentamento o una riconfigurazione delle politiche industriali in Germania potrebbe avere ripercussioni significative lungo l’intera filiera. Ecco perché è essenziale, oggi più che mai, rimanere informati e adottare strategie flessibili che possano mitigare i rischi e cogliere le opportunità.

Carrozzeria Diamante continuerà a seguire con attenzione gli sviluppi del settore, pronta ad adattarsi alle nuove sfide e a offrire soluzioni di qualità a tutti i clienti, nell’ottica di un futuro della mobilità che rimanga, comunque, sostenibile e competitivo.

Fonti e riferimenti

• Elezioni federali tedesche, risultati ufficiali (Bundeswahlleiter, Febbraio 2025)

• Position Paper AfD su politica industriale e climatica (2024-2025)

• Dati su crisi economica e industriale in Germania (varie testate nazionali ed europee, 2023-2025)

• Statistiche export componentistica italiana in Germania (Istat, Anno 2024)

• Rapporti di settore su transizione all’elettromobilità e concorrenza cinese (ACEA, Associazione Europea Costruttori di Automobili)

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